venerdì 13 aprile 2018

Ci appelliamo ai cittadini e alla loro collaborazione perché per dare successo a questo processo è necessario conferire piatti e bicchieri che non contengano residui di cibo e bevande. E noi confidiamo che i nostri lettori saranno, in questo senso, dei cittadini modello.


Dove si buttano i bicchieri, le posate e i piatti di plastica? Nell'indifferenziato o nella raccolta della plastica? È forse colpa del tipo di materiale plastico usato? Dello spessore? Sono gettati via troppo sporchi?
La realtà è che si tratta solo di un problema legislativo.
Prima del 2012, le normative europea ed italiana prevedevano, infatti, l’obbligo di riciclaggio solo per i prodotti in plastica che rappresentano imballaggi. Era sancita per legge la responsabilità condivisa, in fatto di raccolta e riciclo degli imballaggi (indipendentemente dal materiale di cui sono costituiti, quindi plastiche come anche carta, cartone, alluminio, vetro, ecc.), tra i produttori e le pubbliche amministrazioni.
La normativa stabilisce, in pratica, il principio che chi inquina deve pagare, ossia deve assumersi l’onere economico del trattamento opportuno dei prodotti dopo il loro scarto. Le amministrazioni (tramite società pubblico-private ed ex municipalizzate) recuperano gli imballaggi dalle abitazioni dei singoli cittadini, dagli uffici e dai piccoli esercizi commerciali. I produttori, invece, riuniti in specifici consorzi nazionali, li raccolgono presso i grandi esercizi commerciali e le aziende. Tali consorzi versano ai Comuni un corrispettivo economico che ha lo scopo di coprire le spese legate alla raccolta differenziata e all’avvio verso il riciclo. Il recupero delle materie plastiche è di competenza del COREPLA (COnsorzio Recupero PLAstica), che confluisce insieme agli altri consorzi di filiera nel CONAI (COnsorzio NAzionale Imballaggi).
Piatti, bicchieri e posate di plastica non si riciclavano(ed in alcuni comuni , ancora non si riciclano), dunque, esclusivamente perché non costituiscono imballaggi, pertanto i produttori non versano per essi alcun contributo al CONAI.
Ciò non impedisce alle singole amministrazioni pubbliche di recuperare le stoviglie in plastica ed avviare anch’esse al riciclo. Ma ovviamente tale processo ha un costo non indifferente che i Comuni, mancando il contributo da parte delle aziende produttrici, spesso non possono affrontare.
Già dal maggio 2012, è stato siglato tra Corepla, Anci e Conai l'accordo secondo cui, piatti e bicchieri di plastica monouso, vanno conferiti nella plastica anche se restano ancora fuori le posate in plastica che andranno gettate nell'indifferenziato.
Sono state così accolte le istanze di numerosissimi Comuni italiani. Da questa estensione, potrà derivare non solo un beneficio ambientale ma anche l’opportunità per i Comuni di veder potenzialmente aumentare in misura considerevole i corrispettivi ricevuti a fronte del materiale correttamente conferito. 
Unica regola MOLTO IMPORTANTE è "porre attenzione a come si conferisce: piatti e bicchieri monouso devono essere privi di qualsiasi residuo solido o liquido. Vanno quindi adeguatamente svuotati prima del conferimento, fatte salve le normali tracce di quanto hanno contenuto, ciò al fine di non sporcare tutto il materiale raccolto e di non rendere più gravoso ed antigienico il successivo lavoro di selezione e di avvio a riciclo o recupero."
Ma se da un lato il riciclaggio acquista terreno, lo spreco di certo non diminuisce, soprattutto in campo di imballaggi e di accessori usa e getta. Nei supermercati proliferano le monoporzioni già preparate di qualunque genere di cibo (carne, formaggi, insalate, verdure, dolci, ecc), tutte rigorosamente contenute in vaschette di plastica sigillate con cellophane. In più le esigenze di risparmio di tempo di molti cittadini portano all’uso (spesso anche eccessivo e disattento) di piatti e stoviglie di plastica. Tutto questo costituisce uno spreco immane. Per quanto le tecnologie e le infrastrutture per il riciclo aumentino, nonché l’attenzione verso tale pratica, resta il fatto che non consumare affatto è meglio. Il riciclo della plastica richiede pur sempre impiego di energia, nonché emissione di gas serra, durante il processo industriale. È dunque in ogni caso preferibile acquistare alimenti sfusi e articoli di ogni genere privi di imballaggio o con involucro in carta. Inoltre, è opportuno evitare i monodose e, soprattutto, le stoviglie usa e getta. Queste ultime sono infatti l’emblema dello spreco: non sfruttano la virtù fondamentale della plastica, ossia la resistenza nel tempo, e non vengono riciclate.
Sembra una buona notizia vero? Mica tanto, considerato che non esiste una filiera di recupero di piatti e bicchieri di plastica e che questi con molta probabilità finiranno per essere comunque bruciati negli inceneritori. Perciò vale comunque ricordare che è sempre meglio non usare né piatti in plastica né bicchieri in plastica. Il 33% del materiale di plastica raccolto con la differenziata non viene portato al riciclo ma all'incenerimento, perché inadatto alle attuali filiere di recupero. E questo perché si tratta dei cosiddetti imballaggi misti, materiali molto diversi tra loro. Le filiere che funzionano meglio sono quelle relative alle bottiglie, ai flaconi, ai film, ai sacchetti e alle cassette (sempre di plastica) dell'ortofrutta. I piatti monouso di plastica sono fatti con tipi di plastica diversi (alcuni polistirolo, altri polietilene, altri pla) ma allo stato attuale nessuno di questi tipi andrebbe a un effettivo riciclo. Ci sono due opzioni: potrebbero essere messi subito assieme agli imballaggi misti e destinati all'incenerimento, oppure assieme ai flaconi e scartati successivamente come materiale incongruo. E quindi, di nuovo, finirebbero o in discarica o inceneriti. A questo punto dobbiamo auspicare che effettivamente - come accennato da Corepla – venga attivata una nuova filiera, per rendere effettivamente utile l'inserimento di piatti e bicchieri monouso nella raccolta differenziata della plastica.Negli ultimi anni si è registrato un forte incremento del recupero di imballaggi in materiale plastico: i più recenti dati relativi agli USA parlano di oltre un milione di tonnellate di bottiglie riciclate all’anno.
Al momento la percentuale di tali rifiuti recuperati è di circa il 24%, ma ci si aspetta un ulteriore aumento nel prossimo futuro, in virtù della crescente attenzione al tema da parte di consumatori e aziende specializzate nel riciclaggio. “La gente finalmente riconosce che la plastica è una risorsa troppo preziosa per essere sprecata”, afferma con soddisfazione Steve Russel, amministratore delegato della Divisione Materie Plastiche della ACC. “Le plastiche riciclate possono essere trasformate in tantissimi utili prodotti”, aggiunge Steve Alexander, direttore esecutivo di APR, “come nuove bottiglie, tappezzerie, rivestimenti, indumenti di pile, arredi da esterni, ecc.”

NO A PIATTI E BICCHIERI IN PLASTICA DURA RIUTILIZZABILI E POSATE
Resteranno invece esclusi dal riciclo i piatti e bicchieri durevoli non usa e getta, anche se in plastica.
Anche le posate di plastica, di frequente fedeli compagne dei piatti e dei bicchieri monouso sulla tavola, al momento non potranno essere destinate alla raccolta della plastica e dovranno dunque continuare ad essere gettate nel residuo indifferenziato. Lo stesso vale per i bastoncini per mescolare le bevande.
Tali materiali, in base alla direttiva 2004/12/CE del Parlamento europeo, non possono essere considerati “imballaggi”. La raccolta differenziata della plastica infatti, riguarda solo gli oggetti concepiti per contenere, proteggere e trasportare delle merci.

NO A PIATTI E BICCHIERI IN MATERIALE BIODEGRADABILE
Piatti e bicchieri in mater B, devono continuare ad essere conferiti nei contenitori per la raccolta dei rifiuti organici.

RACCOLTA DIFFERENZIATA PLASTICA: COSA METTERE NEL CASSONETTO

Vediamo allora nel dettaglio, cosa conferire e cosa no nell’apposito contenitore per la raccolta della plastica:
COSA INSERIRE
Bottiglie (acqua, bibite, olio, succhi di frutta, latte)
Flaconi dei detersivi e degli altri prodotti utilizzati per l’igiene della casa e della persona (shampoo, cosmetici)
Vasetti di salse, creme e yogurt
Bustine delle merendine
Piatti e bicchieri monouso di plastica
Imballaggi delle confezioni di acqua, bibite, rotoli di carta
Imballaggi a bolle per elettrodomestici
Buste di pasta, riso, patatine, cioccolatini, caramelle ecc
Imballaggi adoperati per il confezionamento dei capi di abbigliamento
Blister e involucri sagomati
Vaschette per il confezionamento di gelato, frutta e verdura
Vaschette in plastica delle uova
Reti per frutta e verdura

COSA NON INSERIRE
Giocattoli
Attrezzi da cucina
Penne
Posate in plastica
Piatti e bicchieri in plastica rigida
Tubi da giardinaggio
Accendini
Piccoli elettrodomestici
Bastoncini adoperati per mescolare le bevande
Bacinelle
Squadrette e righelli
Tastiere e mouse
Cd musicali e custodie
Sedie in plastica
Sottovasi


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